17 Marzo 2018: il Papa a San Giovanni Rotondo
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L’atmosfera è quella delle grandi occasioni e da giorni ormai non si parla d’altro: Francesco, il papa, viene a San Giovanni!Si allestiscono gli spazi, si montano i maxi schermo e ovviamente, come nella migliore tradizione….si asfaltano le strade! E così qui siamo pronti!
La festa inizia già dal giorno prima, come insegna il buon Leopardi: la sera prima del dì di festa è anche più bello! Arrivano i giovani da tutta la diocesi, loro sono sempre nel cuore del Papa e, per suo desiderio, domani saranno tutti in un settore di fronte all’altare: sono il futuro della Chiesa!
Alle 19 inizia la festa: testimonianze, musica e poi un bel momento di preghiera, guidato da Mons. Nunzio Galantino, che in un accorato messaggio invita a diventare cristiani autentici per essere sale e luce e dare gusto alla propria vita e a quella degli altri, illuminando tante situazioni difficili.
La festa, la voglia di condividere la gioia della fede, anche con persone viste per la prima volta, continua fino a tarda notte: parrocchie, scuole e molte famiglie di San Giovanni si sono anche attivate per sistemare tanti ragazzi…
Qualche ora di sonno e si ricomincia: è finalmente il grande giorno: sabato 17 marzo! Il cielo non promette nulla di buono, ma il popolo dei devoti di Padre Pio sa per certo che, alla fine, uscirà il sole! Già dall’alba è tutto un fermento: il viale Cappuccini che porta al sagrato della Chiesa di San Pio è pieno di pellegrini provenienti da tutta la Puglia, ma anche dalle regioni vicine e persino stranieri: hanno viaggiato di notte pur di non mancare a questo appuntamento: non importa se si ha un posto oppure no, è quasi inspiegabile, ma è così: basta essere qui! Il sagrato si riempie subito e tutte le transenne dall’ingresso del paese fino al convento sono prese d’assalto…dai maxischermo seguiamo Francesco che prega davanti alla Madonna della Libera a Pietrelcina: che grande uomo: sono le 8.30 ed è in piena attività!
Ma noi fremiamo: lo aspettiamo qui!!! Tutti con il naso all’insù a guardare l’elicottero bianco e poi idealmente tutti stretti vicino al nostro Vescovo Michele che è lì ad aspettare Francesco. Che emozione vederlo scendere!
Veramente ci siamo tutti nell’abbraccio di benvenuto del Vescovo...che sensazione incredibile vedere il Papa, Colui che è il Capo della Chiesa universale, il rappresentante di Gesù, che attraversa le nostre strade: le stesse che percorriamo per andare a scuola, a lavoro, a fare la spesa…Gesù nella nostra quotidianità, a volte anche pesante! È una grazia, una grande grazia!
La gente saluta, sventola i fazzoletti e Francesco sorride a tutti, incontra gli occhi della gente e trasmette sempre e veramente la tenerezza di un Dio che lui vive e che attraverso lui raggiunge e tocca ognuno. Chi lo aspetta sul sagrato freme: il sole, come d’accordo, ora è uscito e splende… eccolo! La papamobile va troppo veloce, in confronto ai richiami e ai cori, ma l’importante ora è ascoltarlo e pregare con lui.
Entriamo misteriosamente nel clima della celebrazione: sui maxischemo scorrono le immagini della visita di qualche minuto prima nel reparto di pediatria oncologica dell’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza. Il Papa entra in ogni stanza, si china su ogni bambino, accarezza teste senza capelli e braccia con gli aghi della flebo della chemio, stringe e abbraccia genitori in lacrime, benedice....
Ci può essere una preparazione alla messa migliore di questa? La passione e la sofferenza di Gesù che continua in queste piccole membra e il vicario di Cristo che arriva per dire che la malattia e la morte non sono per niente l’ultima parola….sì sarà stato un giorno memorabile per quei piccoli pazienti, ma lo sguardo del Papa tradisce anche tutta la sua commozione….
Il corteo dei celebranti si avvia: il sagrato è immerso ormai nella preghiera e Lui, Francesco, con la sua semplicità disarmante ci parla proprio della preghiera, della necessità di stare in silenzio davanti a Dio, dell’importanza di non ridurre la preghiera ad una “chiamata di emergenza”, né ad un tranquillante da assumere in caso di bisogno. “E’ un’indispensabile opera di misericordia spirituale…” e mentre parla si sgretolano tutte le migliaia di scuse futili con cui capita di rimandare a momento da destinarsi questo che è , invece, il respiro dell’anima. E poi ancora la piccolezza e la sapienza del Vangelo, molto diversa da quello che suggerisce il senso comune…..Che grande Francesco!
A sentirlo parlare ci sentiamo pieni, confermati, come dirà il nostro Vescovo nei ringraziamenti finali, avvertiamo che sì, abbiamo sbagliato tante volte, ma vogliamo riprovarci a fare sul serio, ad essere cristiani veri. Mons. Castoro al termine della Messa ci legge dentro e ci invita a fare quello che speravamo in fondo al cuore: gridare! Un unico, grande grido, come venuto fuori dal petto di una sola persona: “Papa Francesco, ti vogliamo un gran bene!”
E grazie che sei venuto da Padre Pio e ti sei fatto pellegrino con i pellegrini!
Maria Stella Alemanno